Domenica scorsa si sono svolte a Magione le prime gare del Campionato Italiano Velocità Junior di una stagione condizionata nel suo calendario dall’emergenza Covid-19, che ha posticipato tutto il programma motociclistico internazionale e nazionale, che ha potuto ripartire, finalmente, soltanto nel mese di luglio.
Un CIV Junior che quest’anno si presenta con 5 categorie differenti, a partire dalla Ohvale, con le motorizzazioni 110, 160 e 190, per arrivare alla classica MiniGP 50, uno dei pochissimi campionati 2 tempi rimasti, per concludere poi con la novità della stagione 2020, il monomarca Aprilia, con i piloti che si sfidano in sella alla nuova RS 250 SP, voluta fortemente per ricreare nuovamente il Campionato Italiano Sport Production che tanto aveva fatto bene in passato.
Un passato però che oggi sembra molto lontano, con le cifre degli iscritti nel weekend che hanno lasciato molto a desiderare e se una parte si può imputare, forse, alla crisi dovuta alla chiusura che molte aziende hanno dovuto affrontare in questo periodo, un’altra – e secondo chi scrive è forse la maggiore – va imputata ad un format, quello delle categorie presenti, che ormai sembra – purtroppo – abbastanza superato e, forse, da rifondare. Ma andiamo ad analizzare le varie categorie e le possibili soluzioni.
MAI COSI’ IN BASSO – Numeri alla mano, questa stagione è quella con il minor numero di iscritti nella storia recente del CIV Junior. In totale, su 5 categorie, sono stati 47 i piloti iscritti alla prima gara stagionale, mentre l’anno scorso sono stati 52, ripartiti però solamente su 4 differenti categorie, dunque, una in meno di quest’anno. Teoricamente, il nuovo monomarca Aprilia doveva e voleva portare più piloti, dagli 11 anni in su, ad iscriversi, ma così non è stato, anche se la nuova categoria vanta il maggior numero di presenze, con 13, superando la MiniGP ferma a 12.
2020 | 2019 | 2018 | 2017 | |
Ohvale 110 | 9 | 3 | 5 | 10 |
Ohvale 160 | 9 | 18 | 13 | 14 |
Ohvale 190 | 4 | 11 | 11 | 5 |
MiniGP 50 | 12 | 20 | 26 | 26 |
Aprilia SP | 13 | |||
R125 Cup | 13 | 22 | ||
Pre MiniGP | 9 | |||
Totale | 47 | 52 | 68 | 86 |
Un calo netto nelle presenze, soprattutto negli ultimi due anni, con l’aggravante della categoria in più inserita quest’anno, che fa si che il 2020 sia ancor più negativo di un già abbastanza negativo 2019, nonostante il CIV Junior, negli ultimi anni, si sia dimostrato un ottimo trampolino di lancio per i giovanissimi talenti, con gli ultimi campioni italiani della Premoto3, la categoria entrante, passati per la fucina di talenti che è il Campionato Italiano Velocità Junior.
MONOMARCA O MONOMOTORE? – La politica di molti campionati ormai sembra più volta al monomotore che non al monomarca, dando dunque la possibilità a tutti i costruttori che lo vogliano o che siano nella possibilità di farlo di costruirsi il proprio telaio, la propria moto, montare il motore scelto e gareggiare, come avviene attualmente nella Premoto3 – con un buon numero di iscritti – e nella Moto3 450, così come nella MiniGP 50 da quest’anno all’interno del CIV Junior, mentre nelle altre categorie, dalla 110 alla 190 fino alla SP, vige il regime di monomarca e non monomotore. Quale è la soluzione più corretta?
A nostro, magari ignorante, avviso, sicuramente la seconda, vale a dire il monomotore. Dare a tutti i partecipanti, che siano team, case motociclistiche o piloti con il genitore al seguito, le stesse possibilità a livello di motorizzazione, dando loro la possibilità – in certi limiti e con un regolamento ben definito – di scegliersi o svilupparsi la ciclistica preferita, senza dover obbligatoriamente acquistarne una piuttosto che un’altra. E la convinzione è che il numero di iscritti aumenterebbe notevolmente.
Ohvale ha caratterizzato i primi anni di CIV con un prodotto che in tanti hanno acquistato fin dal primo momento, essendo una novità nel settore, quindi all’epoca in cui è stato inserito il discorso monomarca aveva un senso. Ma ora, con tante aziende che hanno investito soldi, tempo e prodotto mezzi nel settore 10 e 12 pollici sarebbe molto più utile, conveniente ed equo aprire, finalmente, le categorie 110, 160 e 190, andando ad istituire non più un monomarca, ma un campionato caratterizzato da un componente fisso, sigillato ed uguale per tutti – il motore – e la ciclistica a propria scelta.
Ogni pilota, che a quest’età di bambino trattasi, meriterebbe di poter partecipare ad un campionato italiano se all’altezza e se nella possibilità di farlo. Non vorremmo certamente essere nei panni del genitore di un bambino possessore di una qualsiasi moto 10 pollici diversa dall’unica scelta che, alla richiesta del figlio di poter partecipare al CIV, si troverebbe a dovergli dire “no, purtroppo non possiamo, perchè abbiamo scelto una marca invece di un’altra”. Non è giusto, non è equo, ma soprattutto, non conviene nemmeno al campionato stesso, considerando che in questo momento storico la concorrenza a livello di 10 pollici è importante e così facendo il campionato si preclude la possibilità di vedere aumentare notevolmente il numero di iscritti.
CONCORRENZA INTERNA – Se nella MiniGP 50 il monomotore è stato istituito, purtroppo, gli effetti dell’istituzione di questo non si sono propriamente visti, quanto meno come numero di iscritti. A nostro avviso, una delle ragioni è la concorrenza interna. La MiniGP è sempre stata vista come l’ultimo step verso il CIV “dei grandi”, l’ultimo passaggio verso la Premoto3 e storicamente i risultati hanno confermato ciò, ma si è sempre detto quanto i costi abbiano fermato la crescita di questo campionato, molto propedeutico però per i giovani. La creazione del Campionato Italiano Aprilia Sport Production, con l’intento di abbassare i costi, ha tolto, per forza di cose, alcuni papabili iscritti alla MiniGP, ponendo l’attenzione su un marchio importante che entra con un progetto sponsorizzato al meglio, a differenza della MiniGP, diventata da categoria principale – mediaticamente parlando – a semplice comparsa.
Intento nobile e corretto, ma quanto effettivamente sono più bassi i costi del Campionato Aprila Sport Production, rispetto a una MiniGP, considerando che la moto, la nuova Aprilia RS 250 SP costa 9700€ senza iva?
E, particolare numero 2, la MiniGP è sempre stata considerata molto propedeutica per i giovanissimi: “Ti insegna a guidare” è la frase che riecheggia da tanti piloti passati per quella che è stata una vera e propria scuola, come, oggettivamente, la maggior parte delle moto a 2 tempi sono e sono state. Siamo sicuri che una moto che, da scheda tecnica, esprime 28 cavalli con un peso di 105 kg sia una scuola di guida? E sia adatta a dei bambini che, una volta che faranno il salto, troveranno moto che a fronte di 80/85kg di peso esprimeranno potenze tra i 40 e i 50 cavalli?
MODELLO SPAGNOLO – In Spagna, la categoria propedeutica al passaggio in Premoto3 è la Moto4. Motore unico, Honda CRF 150, prestazioni inferiori alla Premoto3 ma stile di guida identico, campionato inserito all’interno del Campionato Spagnolo RFME, dove corrono, sui circuiti grandi, anche tutte le categorie importanti (l’equivalente del nostro CIV) e 30 iscritti alla prima gara che si svolgerà questa settimana a Navarra. Differenze notevoli con il CIV Junior, che conta 25 iscritti sommando MiniGP e Aprilia SP.
Moto 4 in Italia? Sarebbe bello, propedeutico ed interessante, ma sfortunatamente l’unico campionato che ha creduto in questa categoria è stato il MES, con un motore diverso (lo stesso dell’Aprilia RS 250 SP), ma con il limite minimo di età imposto dalla Federazione Motociclistica Italiana a 13 anni. Ovvero, impedendo così, purtroppo, ai giovanissimi di gareggiarci. Un peccato, perchè il modello spagnolo da questo punto di vista funziona e, in questi casi, non ci sarebbe nulla di male nel copiare o quanto meno nel prendere spunto.
RIFORMARE PER RIPARTIRE – Si, questa secondo noi sarebbe la soluzione. Il CIV Junior è la maggior fucina di talenti nostrana, un passaggio importante nella carriera di ogni pilota e per questo motivo non deve e non può essere abbandonato a sé. Urge una riforma, un cambiamento, un adattamento a quello che è il mercato attuale ed a quelli che sono i veri bisogni dei piloti, che, ricordiamo, sono semplici bambini che rincorrono un sogno.
Urge una riforma, perchè quanto visto a Magione, purtroppo, è triste. E non parliamo delle gare, divertenti, combattute ed interessanti, ma parliamo del numero di iscritti perchè in questo caso, gli iscritti, equivalgono al numero dei futuri talenti che proveranno ad emergere nel motociclismo nazionale. E vedere che questo numero, nella competizione più importante, diminuisce anno dopo anno fa porre delle domande su quale, realmente, possa essere il futuro proseguendo su questa strada.
QUALI SOLUZIONI? – Aprire le classi a più costruttori potrebbe essere una soluzione, a nostro avviso. Stimolare la concorrenza, mantenendo invariati i motori, uguali per tutti. Il modello tanto voluto dalla FMI, giustamente, per la Premoto3 nel CIV e che tanto bene funziona, per quale motivo non dovrebbe funzionare a livello Junior?
La soluzione numero due, secondo noi, sarebbe l’istituzione, seguendo il modello spagnolo, della vera Moto4. Una moto simile alla Premoto3, nella quale tra l’altro si potrebbero utilizzare in molti casi i vecchi telai delle Premoto3 passate ed ormai in un museo (o nel garage di chi le ha comprate prima del cambio, ndr), adattandoli alle specifiche del motore scelto, categoria che tra l’altro potrebbe attrarre molti piloti da altre parti del mondo, a partire proprio dalla Spagna.
Ed intendiamoci, ripetiamo, nulla da togliere allo spettacolo offerto dai (pochi) bambini e piloti in pista, ma crediamo che il CIV Junior debba tornare ad essere il campionato popolato che era una volta e meno di 50 iscritti in 5 diverse categorie ci sembrano coincidere con il momento di dire basta e provare a cambiare le sorti di un campionato che merita di più.