Premesso che sono un addetto ai lavori e padre di un pilota, ma oggi vorrei ragionare con voi sulla domanda del secolo, che in tanti nel corso del tempo e degli anni si pongono e si sono posti, senza arrivare ad una conclusione definita. Nel nostro mondo, il mondo dei motori, vale più il talento oppure i soldi?
La risposta sembra scontatissima e probabilmente tutti pensano al denaro come unico mezzo per arrivare in alto, nel massimo campionato, nell’élite della categoria, ma oggi io voglio andare controcorrente ed essere una voce fuori dal coro, andando contro quello che forse, oggi, è l’immaginario comune.
Sicuramente il denaro è un mezzo senza il quale meglio neanche pensare a questo mondo e questo lo diamo per scontato, purtroppo, ma c’è chi è riuscito nell’impresa di arrivare al mondiale partendo da una base familiare normale come lo siamo tutti noi e come potrebbe esserlo chiunque in questo momento stia leggendo questo articolo.
In realtà non conosco o non mi ricordo un italiano che sia andato (da protagonista e non da meteora) al mondiale arrivando da una famiglia ricca, ma usciamo dai nostri confini italiani ed andiamo a vedere da vicino una storia che coinvolga un pilota che può fare al caso nostro per questo argomento.
Prendiamo ad esempio un ragazzo francese, tal Fabio Quartararo, predestinato dalla nascita, preso sotto l’ala protettrice di Alzamora, dominatore del CEV, arrivato al mondiale con un clamore da star e per il quale, addirittura, sono state cambiate le regole di accesso per quanto concerne i limiti di età.
Nel momento in cui ha deciso di separarsi dalla Monlau Racing, Quartararo passa a Leopard, fresca vincitrice del campionato del mondo Moto3 con Danny Kent, ma niente, non ci sono prestazioni, nonostante il cambio di casacca in un altro top team ed il buon Fabio è precipitato in un baratro, con il valzer delle accuse che è appena iniziato, come è prassi nel nostro mondo.
Si diceva “senza Honda ufficiale non vale niente”, “senza i soldi di Alzamora non vince”, “vedi che i soldi fanno la differenza”. Poi passa alla Moto2 con Pons, peggio che peggio, “disastro mediatico”, “pilota bruciato”. In realtà: MOTO3 2015 finisce in 10° posizione, nella MOTO3 2016 termina al 13° posto, in MOTO2 2017 finisce ancora in P13. Tutto sto male non lo vedo.
E quindi la fatidica domanda è ancora qui: TALENTO O SOLDI? Nel 2018 approda in SPEEDUP del Patron Boscoscuro, ottiene 2 vittorie (una cancellata per irregolarità tecnica) ed ora nel 2019 MOTOGP, in sella alla Yamaha del Team Petronas, ottenendo il 2° posto negli ultimi test in Qatar.
TALENTO O SOLDI? Io credo che il talento di un ragazzo vada coltivato, gestito e fatto crescere, il talento non è solo girare la manopola del gas, il talento è la dedizione, la serietà, la perseveranza di un ragazzo, e non ci sono soldi che possano comprare queste caratteristiche. Altrimenti quelli che si comprano le selle vincerebbero, ma in realtà vincono sempre i migliori.
Ovviamente i migliori di quelli che sono passati per i mille filtri delle varie categorie. Ma credetemi, il buon Fabio, nel momento più buio della sua giovane carriera tra la fine 2016 e tutto il 2017 non aveva più la spinta mediatica del fenomeno, ma ne è uscito con il talento ed in una squadra importante ma non un top team. Quindi vi chiedo, CONTA DI PIU’ IL TALENTO O I SOLDI? Sono curioso di sapere le vostre opinioni.