Lo sapevate che il 19 di novembre a Valencia, assieme alle gare del Mondiale Junior Moto3, che vi abbiamo ampiamente raccontato, ha avuto luogo anche l’ultima corsa dell’anno della European Talent Cup?
Lo sapevate che il titolo della categoria voluta da Dorna come monomarca Honda Standard l’aveva vinto la corsa precedente lo spagnolo Manuel Gonzalez, in sella alla NSF250R schierata dal Team Halcourier Racing?
Lo sapevate che in questa nuova categoria ci sono stati 9 diversi vincitori in 11 gare completate? Lo sapevate che tra i piloti impegnati vi era anche un italiano, vale a dire Stefano Cristin, che ha chiuso in 22esima posizione assoluta?
Se la risposta a tutte queste domande è si, ma anche a solamente a un paio di queste, allora potete saltare tutto l’articolo e non continuare a leggere quello che stiamo per scrivere, ma se così non fosse, ci sorgono alcuni dubbi, a nostro avviso abbastanza fondati.
Premesso che la Honda Standard impegnata in questo campionato è un’ottima moto e permette ai giovanissimi di prendere contatto con il 4 tempi più simile alla moto3 che poi andranno ad affrontare in futuro, la domanda che sorge spontanea è la seguente: ha tutto questo senso andare a correre nella European Talent Cup?
Come al solito, le risposte non possono che essere opinabili e soggettive, a seconda della situazione in cui uno si trova, sia a livello di opportunità, sia a livello di talento, sia, soprattutto, a livello economico.
Ma per un ragazzino italiano, e ce ne saranno tanti al via della prossima stagione della European Talent Cup, a nostro avviso, sono maggiori gli svantaggi che i vantaggi di una scelta simile, soprattutto se si tratta anche di dover spendere dei soldi, ma sul fronte economico ci arriviamo dopo.
Le nostre prime domande riguardano il dubbio fondamentale, per un italiano, in merito a questa categoria. In quanti ne conoscono l’esistenza? Sinceramente, se non parliamo di addetti ai lavori e appassionati sfegatati, crediamo pochi.
Inoltre, a dar man forte a questa tesi, la completa mancanza di copertura mediatica, soprattutto a livello televisivo, fa sì che le gesta di questi ragazzini, che girano a soli 3/4 secondi dalle moto3 non depotenziate, non vengano viste dal grande pubblico, impedendo così la conoscenza e l’espansione di questo campionato.
In secondo luogo, altro dubbio che ci vogliamo porre è quello della reale convenienza di questo campionato, sia da un punto di vista di formazione, sia da un punto di vista invece strettamente economico, analizzando al meglio i costi REALI di questa categoria.
Sul discorso formazione, poco da dire sulle moto, mezzi molto simili alle 250 impegnate nel mondiale, con l’unica grande differenza del blocco ai cavalli per depotenziare le moto e renderle appunto da “categoria propedeutica”.
Ma proprio per questo motivo, una categoria propedeutica di questo genere, un po’ come la premoto3 in Italia, prevede varie possibilità dì intervento, legale o meno, che vada ad alterare la reale uguaglianza dei mezzi, avvantaggiando dunque il team con maggiori possibilità di investimento.
Ma se questa può essere considerata una semplice congettura, un “pensiero maligno”, non si può dire lo stesso dei pensieri maligni riguardanti i costi della European Talent Cup, anche e soprattutto, se paragonati a quelli di un Campionato Italiano Velocità nella classe Moto3.
Infatti, a fronte di un iscrizione e del costo della benzina della metà, quindi un risparmio notevole, e soprattutto del costo della moto, che all’incirca, se presa nuova, costa meno della metà, i prezzi sono spesso molto simili o poco differenti. E qualcosa non quadra.
70 e a volte oltre mila euro per una stagione con una moto standard, da non sviluppare e motori depotenziati, onestamente, sembra essere una cifra ben più che esagerata, soprattutto ricordando i titoloni dello scorso anno “Dorna ti fa correre con 5.000€” e simili, per un campionato nato con l’obiettivo di ridurre i costi.
Ma qualcosa è andato storto, come spesso va storto nel momento in cui i Team Manager fiutano l’occasione di crearsi un buon business. Prendere un paio di moto al prezzo di costo, come si vede dal sito del CEV, intorno ai 12/15.000€, e guadagnarci sopra con la scusa delle concomitanze col Mondiale Junior.
Senza contare però che la visibilità ed il riscontro sia mediatico sia di sponsor del Mondiale Junior è lontanissimo parente e non vi è alcuna certezza sul proseguire poi la carriera in Spagna nel campionato superiore.
Saranno tanti i piloti italiani che decideranno di fare il passo verso la Spagna il prossimo anno, saranno tanti anche i Team che per svariati motivi passeranno dal CIV alla European Talent Cup, a dimostrazione di un esodo dall’Italia, alla caccia di fortuna in questa nuova, presunta, miniera d’oro.
Ma a volte le miniere che sembrano essere piene d’oro, in realtà, hanno solo qualche pepita, prima di esaurirsi o di capire la presenza di solo carbone e non del metallo più prezioso. Almeno per quanto concerne i giovani piloti che vanno in Spagna, pagando profumatamente, un campionato poco seguito.
Il discorso è ben diverso per quei team, invece, che possono permettersi di guadagnare, come al solito, sulla passione dei piloti, monetizzando delle moto a “basso prezzo”, lasciando l’Italia, magari non dovendo neanche aggiungere costi di trasporto, partecipando già al Mondiale Junior.
Perché a volte le ripicche, sono più questione di portafogli che altro…