Nel motociclismo, sono tante le categorie diverse che vedono impegnati i numerosi piloti che si dilettano in questo sport, con risultati differenti a seconda delle proprie capacità, dei propri mezzi e della crescita di ciascuno di coloro che si siedono sulla propria moto e partecipano ai vari campionati.
Tra queste categorie, prima nel Campionato Italiano Velocità, poi anche a livello mondiale, ne troviamo una nuova, di recente fattura, lanciata negli ultimi due anni, vale a dire la Supersport 300, in cui i piloti sono impegnati con moto prettamente di serie, con pochissime modifiche rispetto alla versione stradale, acquistabile tranquillamente dal concessionario, e costi contenuti.
Una categoria che ha visto subito grandissima adesione, sia a livello nazionale nel 2016, sia in questa prima edizione del Mondiale 300, oltre che ancora nel CIV, con più di 40 iscritti e l’impossibilità di far partire tutti, dato l’enorme numero di piloti iscritti.
Una categoria che però, fin dal principio, ha fatto discutere, perchè le moto, sostanzialmente, sono “ferme”, rispetto ai prototipi, raggiungono velocità massime più basse di quelle di una premoto3 ed a detta di alcuni, sono poco selettive, ovvero un pilota anche di non eccelso livello, può vincere, a differenza di altre serie o categorie.
Possibile, ma non probabile, e quello che vogliamo andare ad analizzare oggi è proprio questo punto. Abbiamo visto piloti in grande difficoltà in altre categorie salire su una 300 ed iniziare a vincere o conquistare ottimi risultati. Categoria di scarso livello ed allora anche un pilota non fenomenale può dire la sua, oppure il pilota in questione non ha mai avuto la giusta opportunità per eccellere nella precedente categoria? Bella domanda ed oggi vogliamo provare a dare una risposta.
Spesso, la verità sta nel mezzo, ma tende da una parte a nostro avviso in questo caso. Vale a dire, le 300 sono moto meno performanti, tutte dalle prestazioni simili per non dire identiche, quindi facendo il paragone con una Moto3, mezzo sicuramente più bello e divertente da guidare ma decisamente più costoso, i distacchi per forza di cose sono più contenuti.
Quindi alla luce di questo, dobbiamo valutare diversamente i distacchi. Mezzo secondo, sempre per fare un esempio, in una Moto3 non è paragonabile al mezzo secondo in una 300, che è un’eternità. Spesso vediamo gare della Supersport 300 con oltre 10/15 piloti in grado di lottare per la vittoria o per il podio. Nella Moto3 difficilmente sono così tanti, almeno a livello di CIV.
Per provare a dare una risposta alla domanda iniziale, ci vengono in aiuto quei piloti che possono dire di aver partecipato ad entrambe le categorie negli ultimi tempi. Senza far nomi, ci sono piloti che nella Moto3 del CIV non hanno mai conquistato un podio e che appena arrivati nella Supersport 300 sono saliti subito sul podio, addirittura han conquistato vittorie, oppure han ben figurato senza aver mai girato con quel mezzo prima di allora.
Quindi la 300 ha un basso livello? No, tutt’altro. Analizzando al meglio, quei piloti che sono passati dalla Moto3 alla 300 e sono andati subito forte, nella classe entrante anche al MotoMondiale non hanno mai avuto la giusta opportunità per ben figurare, o con moto sperimentali e quindi poco affidabili, oppure con mezzi o team semplicemente non all’altezza.
A conferma di questa tesi, ci viene in aiuto uno dei protagonisti del Mondiale 300, lo spagnolo Marc Garcia (prendiamo il suo esempio, ma ne potremmo fare tanti altri, come Scott Deroue, Ana Carrasco ed altri ancora…). Il giovanissimo iberico ha corso per anni in sella ad una Moto3 sia nella Red Bull Rookies Cup, sia in alcune delle gare del Mondiale Junior, con risultati interessanti, compresi due quarti posti finali, 4 vittorie e numerosi podi nella rassegna sponsorizzata dalla bibita austriaca. Un pilota forte, molto capace.
Garcia è uno dei tanti piloti che hanno dovuto e voluto passare alla 300, abbandonando la Moto3 e lo spagnolo nel Mondiale sta ben figurando, è uno dei favoriti per la conquista del titolo, ma non sta ammazzando il campionato, come dovrebbe in teoria (se il livello della 300 è basso) fare un pilota forte, che viene da una categoria competitiva come la Moto3…
Non lo fa non perchè sia scarso lo spagnolo, ma perchè la 300 non ha quel livello basso che ogni tanto vogliono farci credere. Sono moto diverse, gare diverse, ma competitive alla stessa maniera, anzi, spesso con le prestazioni così simili vincere o emergere in una classe così folta è più difficile che non farlo in sella ad una Moto3.
Purtroppo, il motociclismo è uno sport dove il mezzo conta più di ogni altra cosa, come tutti gli sport motoristici. Fernando Alonso, ad esempio, è scarso? No, per niente, è forte, molto, è un vincente, ma ha un mezzo che non gli permette di lottare per le posizioni a cui competono le sue capacità. E come lui, tanti altri.
E’ facile pensare che siccome un pilota nella Moto3 fatica ad arrivare nei primi 5 o 10, sia scarso. Può essere che lo sia, ma può anche essere che non lo sia. Le 250cc impegnate nella classe Moto3 sono prototipi esasperati, alla ricerca continua della massima prestazione ed anche la minima diversità da una moto all’altra può far si che il pilota non sia in grado di fare la differenza, non possa lottare per le posizioni che gli competono.
Spesso, questo è il caso più evidente. Non può essere che chi è stato campione o vicecampione italiano o ha vinto gare nelle categorie minori, arrivi in Moto3 e non sia più capace ad andare come prima. E puntualmente, quando le condizioni diventano difficili, quindi uguali per tutti (bagnato, ad esempio) rispunti completamente dal nulla.
Ne abbiamo e ne abbiamo avuti di esempi così, spesso e volentieri tra i piloti che non vantano una consistente valigia e come tale sono costretti a “scegliere” sistemazioni provvisorie o non del tutto competitive. Ed una volta passati ad una Supersport 300, tornano a vincere o conquistare risultati interessanti, perchè il loro valore è ottimo.
Quindi, ricapitolando, la Supersport 300 non è una categoria così scarsa come a volte sembra che voglia essere fatta passare. Anzi. Il livello dei piloti è ottimo e cresce di anno in anno, dando a tutti la possibilità di mettersi in mostra, con mezzi pressoché identici in cui a vincere è il pilota più forte, quello che prende più rischi, quello che usa meglio la testa. Come dovrebbe essere sempre, senza essere troppo vincolati alle prestazioni di un mezzo. Perchè le categorie belle, interessanti, sono quelle dove il pilota, la parte umana e non meccanica, può ancora fare la differenza.
E si, la Supersport 300 è una di queste.